In tempi non sospetti c’era chi provava ad offrire una spiegazione diversa sull’origine (e le motivazioni) della pandemia di Covid-19. È un video risalente ad aprile 2020, pubblicato da uno degli ormai pochi organi di informazioni liberi rimasti in Italia, con protagonista il dott. Shiva Ayyadurai, famoso per essersi auto proclamato inventore dell`email – la diatriba è ancora in atto, ma riguarda il campo delle invenzioni e dei brevetti che, sinceramente, mi interessa poco –, ma pur sempre detentore di quattro (dicasi 4) lauree al Massachusetts Institute of Technology (MIT) tra cui un dottorato di ricerca in ingegneria biologica.
Nel video, come si legge nella descrizione, “il dott. Shiva discute dell’attuale pandemia globale e approfondisce le origini del virus e la narrativa portata avanti dal Deep State [americano]. La tesi è che, sulla base dell’ignoranza dei medici sul sistema immunitario e sulla nutrizione, stiano pianificando di utilizzare il virus come nemico nascosto per spaventare la gente al fine di imporre le vaccinazioni per il ‘bene comune’. Shiva spiega come i politici tendano a sostenere le grandi aziende con regolamenti che non servono a nessuno tranne che a queste aziende e in questo modo supportano anche l’obbligo dei vaccini”.
Tutto questo veniva detto ad aprile 2020. Oggi, novembre 2021, suona come una profezia. Perlomeno per chi ha iniziato ad aprire gli occhi di recente. Il dottor Shiva, però, non è un profeta, ma un ingegnere biologico che ha semplicemente provato ad offrire una prospettiva diversa, venendo ovviamente bollato come “negazionista” e “cospirazionista”. L`informazione perpetrata dai principali e più diffusi mezzi d`informazione (ormai detti media mainstream) ha viaggiato per contro proprio andando nella direzione della chiara ed esplicita propaganda proprio di quei concetti dai quali il dott. Shiva provava a mettere in guardia più di un anno addietro.
Il caso del dott. Shiva mi sembra emblematico dei tempi in cui viviamo: l’informazione non è libera, ma costantemente, edulcorata, inquinata, viziata, parzializzata. E la voce fuori dal coro viene messa alla berlina, schernita, umiliata, minimizzata. Pochi giorni dopo la sua intervista di aprile 2020, “Il fatto quotidiano” pubblicò un articolo per presentare la tesi del dott. Shiva come la classica fake news da cui tenersi alla larga (perché portatrice di verità) e riferendosi al dott. Shiva come “dottor” Shiva. Dottore tra virgolette. Secondo l’autore dell’articolo – autore che in realtà non è possibile identificare, poiché l’articolo porta la firma “F.Q.”, ovverosia “redazione”, ovverosia “scritto da chiunque sia in redazione”, ovvero “non è dato sapere chi ha scritto l’articolo” – il dottor Shiva non sarebbe dunque nemmeno un dottore. Addirittura nell’articolo si legge “dice di essere uno scienziato e un businessman”.
C`era una volta il giornalismo…
“We live in an era of big events and small people.
Courage is what it takes to stand up and speak; courage is also what it takes to sit down and listen”.
Winston Churchill
