Per comprendere appieno i motivi della caduta in disgrazia della democrazia in Italia, è bene partire da due concetti che, a mio avviso, rappresentano il nocciolo della questione, vale a dire l`analfabetismo funzionale che riguarda buona parte della popolazione e una stampa tra le meno libere al mondo.
Con la definizione “analfabetismo funzionale” si indica l’incapacità di un individuo, totale o parziale, nel comprendere e valutare in maniera idonea le informazioni che quotidianamente riceve ed elabora; una persona funzionalmente analfabeta, riesce a comprendere il significato delle singole parole ma non riesce a raggiungere un adeguato livello di comprensione e analisi, né a collocare i contenuti che riceve nel quadro di un discorso più complesso. Un analfabeta funzionale, avendo difficoltà nel comprendere a fondo informazioni e articoli, è di conseguenza più incline a credere a tutto ciò che legge in maniera acritica.
Andando un po’ nel dettaglio, il Programma per la valutazione internazionale dello studente – un’indagine promossa dall’Ocse e nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti nei principali Paesi industrializzati – stabilisce sei livelli di alfabetizzazione:
- Livello 1: competenza alfabetica molto modesta, al limite dell’analfabetismo (analfabetismo funzionale grave);
- Livello 2: possesso di un limitato patrimonio di competenze di base (analfabetismo funzionale non grave). Implica saper riconoscere l’idea principale in un testo semplice, ma non capirne la parte dove l’informazione non è evidente;
- Livello 3: competenze sufficienti o appena sufficienti; rendono possibile analizzare un testo di cui si ha familiarità;
- Livello 4: buone conoscenze per poter analizzare la maggior parte dei testi;
- Livello 5: capacità riflessive ed interpretative tali da rendere possibile analizzare la quasi totalità dei testi, anche alcuni tra quelli complessi;
- Livello 6: conoscenze elevate o molto elevate che permettono di confrontare ed integrare in maniera dettagliata e precisa più informazioni da più testi complessi.
L’analfabetismo funzionale è un problema reale e concreto per la società italiana. È una realtà problematica, prima di tutto, perché non è facile che un individuo comprenda da solo se sia o meno (e quanto) analfabeta funzionale. Un analfabeta, al contrario, sa di non saper leggere né scrivere e, di conseguenza, sa esso stesso di essere analfabeta.
Secondo i dati aggiornati sul fenomeno dell’analfabetismo funzionale in Italia dell’indagine Piaac-Ocse del 2019, nel Belpaese ben il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. È un numero tra i più alti in Europa, eguagliato solo dalla Spagna e superato dalla Turchia, dove l’analfabetismo funzionale si attesta al 47%. Ma si tratta pur sempre di dati, statistiche elaborate a partire da un campione rappresentativo della popolazione. Nel vedere ciò che sta accadendo in Italia, però, mi vien da pensare che i numeri potrebbero essere ben maggiori.

Ad andare a braccetto con questa problematica, c’è la (insufficiente) libertà di stampa. Un problema che ho iniziato a valutare seriamente come tale solo dopo l`esplosione della pandemia di Covid-19. La narrativa creata e perpetrata dai media mainstream, unita alla censura e alla messa in ridicolo delle opinioni divergenti, sono stati più che sufficienti per farmi capire come l`Italia meriti davvero il suo 43esimo posto (tra i 180 Paesi presi in considerazione) nella classifica per libertà di stampa.
La classifica a cui faccio riferimento è quella redatta annualmente da Reporters Without Borders (RSF) – un’organizzazione non governativa indipendente da 30 anni impegnata nella difesa e nella promozione della libertà di informazione – che intende riflettere il grado di libertà che giornalisti, organizzazioni e netizen hanno nei rispettivi Paesi, assieme agli sforzi compiuti dalle Istituzioni per rispettare tale libertà. L’indice riguarda esclusivamente la libertà di stampa e non misura la qualità del giornalismo né la violazione dei diritti umani in generale, ma è pur sempre un valido indicatore del livello (scarso) del giornalismo italiano.
Come si può notare dalla mappa postata qualche paragrafo prima, in realtà, la mancanza di libertà di stampa è abbastanza omogenea su tutto il globo. Come l`analfabetismo funzionale, del resto. E vivendo in Canada, posso confermare che anche qui, in quanto a libertà di stampa, non se la passano meglio. Grazie al cielo c`è internet e informarsi (e informare) autonomamente è molto semplice. Perlomeno, mi si conceda la battuta, per chi non è analfabeta funzionale.
