Dell’Italia del “Draghistan” e della “Pfizercrazia” (mondiale)

Un intervento lucido, conciso e duraturo. Che dice tutto ciò che dev’esser detto da un rappresentante del popolo che parla per il popolo e in nome del popolo. Il deputato Pino Cabras attacca Mario Draghi nel corso della seduta alla Camera in cui si è discusso l’esame del disegno di legge concernente il bilancio di previsione dello Stato italiano per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.

Che non si guardino più gli schieramenti politici. Il benessere dello Stato va al di la dei meri partiti politici, esistenti solo per garantire un lavoro a chi ha deciso di intraprendere la “carriera politica”. Perché la Politica, con la P maiuscola, è ben altra cosa. Come ci ricorda il discorso di Pericle agli ateniesi pronunciato con una orazione ai caduti per la patria nel 431 a.C. e di cui ci parla Tucidide nel secondo libro sulla Guerra del Peloponneso. Un inno alla politica intesa come misto di virtù e senso pratico.

Fonte: Radio Radio

“Qui, ad Atene, noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. Qui, ad Atene, noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia uguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza, quando un cittadino si distingue allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui, ad Atene, noi facciamo così, la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana. Noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende ai propri interessi privati, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui, ad Atene, noi facciamo così, ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offese, e ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui, ad Atene, noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo ma inutile, e benché in pochi siano in grado di dare vita a una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia, noi crediamo che la felicità sia il frutto della democrazia, della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.

Da Tucidide

A proposito di questo discorso, così scriveva Umberto Eco: “avere un’educazione classica significa anche saper fare i conti con la Storia e con la Memoria. La tecnologia sa vivere solo nel presente e dimentica sempre di più la dimensione storica; quello che ci racconta Tucidide, serve ancora a capire molte vicende della politica contemporanea”.

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