Ospedali al collasso? Il Covid non c’entra assolutamente nulla

Sin dall`inizio della pandemia di Covid19, gli elementi principali attorno ai quali si è basata la proclamazione dello “stato di emergenza” e la corsa al vaccino sono stati due: il numero dei contagi e il tasso di ospedalizzazioni. Se sul numero dei contagi non è possibile effettuare un confronto con gli anni precedenti in quanto mai prima d`ora nella Storia dell’umanità si era effettuato un tracking così meticoloso e continuo dei contagi (semmai c’è da discutere sulla reale efficacia dei metodi utilizzati per testare le persone), per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazioni è invece possibile dare un occhio agli anni precedenti. Ed è più che doveroso farlo, in quanto permette di capire meglio i dati attuali. Soprattutto per chi pare sprovvisto di memoria.

Torna utile a tal proposito un articolo di LiveSicilia nel quale mi sono imbattuto casualmente qualche giorno fa, dal titolo “Palermo, pronto soccorso nel caos per Covid”. Un articolo che dà il senso di un giornalismo ormai privo di senso, dedito all’ottenimento del click e alla creazione di paura, dimenticatosi della missione informativa che dovrebbe animarlo.

“Foto e video, girati nel tardo pomeriggio, documentano si legge nell’articolouno dei frangenti più drammatici nel corso della pandemia con la fila delle ambulanze, con le sirene accese, perché c’è chi protesta. La situazione è pesante”. E come chiusura: “Queste immagini ci riportano con la mente alle file delle prime ondate. I vaccini salvano vite e se non ci fossero avremmo un’ecatombe in corso dai toni più cruenti. Ma l’emergenza è palese”.

Foto e video, si legge nell’articolo. In realtà, nell’articolo è possibile vedere un solo video. Un solo video che mostra ambulanze ferme, in fila, a sirene spiegate. Verosimilmente, come scritto, in segno di protesta. Non dunque piene di pazienti in attesa di un posto letto. “Ma l’emergenza è palese”. È vero, l’emergenza è palese, ma non è dovuta al Covid. E ci aiuta a capirlo questo video pubblicato da Repubblica il 24 dicembre del 2017. L’ospedale è sempre lo stesso, il Cervello di Palermo. Questa la descrizione del video: “Al pronto soccorso sono finite persino le sedie. In 50 hanno passato la notte in corridoio o tra le sale visita in attesa di un posto letto in corsia. Viaggio nell’area di emergenza dell’Ospedale Cervello, dove 30 anziani aspettano da giorni il ricovero in pneumologia e altri 20 sono in attesa di trasferimento in atri reparti”.

da Repubblica

Nel 2017 non c`era il Covid, ma la situazione all’Ospedale Cervello di Palermo era critica ieri come oggi, perché la vera emergenza è il sistema sanitario, collassato negli ultimi decenni a suon di tagli alle spese. “I dati statistici del Servizio sanitario nazionale, Fondazione Gimbe e così via – si legge in questo articolo di Radio Radio ci dicono che da Monti ad oggi noi abbiamo tagliato circa 37 miliardi di spese reali in materia sanitaria. Con questo brillante modello, la famosa ‘spending review’ che volevano Monti, Cottarelli, ecc.. abbiamo avuto calo dei medici di famiglia (-6,8%), calo del numero delle guardie mediche (-10%), calo del numero dei medici (-5.700), calo degli infermieri (-11.700), distruzione di ospedali (-197), distruzione di posti letto (-70.000), taglio di posti letto in terapia intensiva (-51% negli ultimi 10 anni)”. Questa è la vera emergenza. Il Covid non c’entra nulla. Nemmeno con i tagli e i mancati investimenti alla sanità. Per tutto ciò, il vero problema è l’Unione Europea.

Il caso dell’Ospedale di Palermo, però, è solo uno. Basta fare una semplice ricerca su Google sulle affluenze di malati d’influenza (o sui morti) negli anni precedenti al Covid19 per trovare decine e decine di articoli che raccontano di scenari esattamente identici a quelli avuti nel 2020 e nel 2021. Di seguito un bel video che ne colleziona un po’.

da Silver Nervuti

Capire quale sia la vera emergenza è l’unico modo per poter uscire dall’emergenza. Altrimenti si rischia di vivere in un perenne stato di emergenza. Soprattutto quando i prossimi tagli alla sanità italiana sono solo dietro l’angolo. “Dall’anno 2023fonte Il Sole 24 Oreper effetto dei processi connessi alla riorganizzazione dei servizi sanitari anche attraverso il potenziamento dei processi di digitalizzazione, si prevede una minore spesa di 300 milioni di euro annui, con conseguente riduzione del livello del finanziamento”.

Il vero negazionista è chi si ostina a non vedere il reale problema.

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