Perchè ti sei vaccinato? Per proteggere gli altri, ma ora che ci penso bene l’ho fatto per me

Quando qualcuno mi chiede “perché non ti vaccini?”, la mia risposta continua a rimanere la medesima: “perché non ritengo di avere bisogno di un vaccino per proteggermi da un virus influenzale”. Risposta breve e limitata al campo della salute, priva quindi di qualsivoglia forma di complottismo. Risposta che, mio malgrado, mi trovo a dover ripetere alle stesse persone, soprattutto amici o colleghi di lavoro, quando, di tanto in tanto, ci si ritrova a parlare più o meno seriamente dell’argomento. Se la mia risposta resta invariata, noto come sia cambiata quella degli altri quando sono io a chiedere “perché ti sei vaccinato?”.

All’inizio, quando i vaccini sono stati resi disponibili, la risposta era “lo faccio per proteggere gli altri, per evitare di contagiare i più a rischio”. La propaganda mediatica aveva indottrinato le persone con l’idea della collettività da salvaguardare, ed aveva funzionato. Fino a quando non è stato più possibile negare l’evidenza di un vaccino inefficace a tale scopo, ovvero evitare di contagiare altre persone. La propaganda ha continuato a puntare sull’idea della collettività da salvaguardare, ma spostando l’attenzione sugli ospedali al collasso e le terapie intensive intasate.

La risposta a “perché ti sei vaccinato?” è diventata allora “per non intasare le terapie intensive”. Di fronte a questo tipo di risposta provo a spiegare che sarebbe allora più opportuno investire i nostri soldi da contribuenti nella sanità pubblica per migliorarla ed averne un ritorno non solo immediato ma anche futuro, anziché comprare dei vaccini che vanno a rimpinguare i conti di grosse multinazionali per risolvere un problema temporaneo, hic et nunc. In questo caso, la persona con cui parlo mostra un elettroencefalogramma quasi piatto, scarsi segni di comprensione, sguardo assente, e parla di un amico che ha un amico o parente di età più o meno giovane e/o più o meno adulta, in stato di salute presumibilmente normale, che se l’è vista brutta. Quando ascolto queste considerazioni capisco allora che la persona che sostiene di essersi vaccinata per “aiutare la comunità” in realtà si è vaccinata per evitare di essere una di quelle che potrebbe vedersela brutta, ma in un mondo denso di ipocrisia social bisogna apparire per ciò che non si è.

C’è chi inizia a venire allo scoperto, rispondendo candidamente “sì, mi sono vaccinato per proteggermi”. In questi casi sfodero un sorriso e provo a chiedere: “se ti sei vaccinato per proteggere te stesso, perché vuoi costringere tutti a vaccinarsi?”. Anche in questo caso: elettroencefalogramma quasi piatto, scarsi segni di comprensione, sguardo assente. E non aiuta certo aggiungere che mentre chi si è vaccinato può avere una vita, chi non si vaccina non ne ha più una. Elettroencefalogramma irrimediabilmente piatto.

La verità è che stiamo vivendo un’epoca di profonda crisi di valori. Tutto ciò che importa alla maggior parte della gente è avere la propria vita. Quella degli altri, a loro, non importa. Continueranno a dare l’idea di essere delle brave persone, ma alla fine niente scrupoli o rispetto per i propri simili. Arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti. Stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere. Sono quelli che ben pensano. O secondo l’aggiornamento, quelli che non pensano.

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