Per sedare la rivolta popolare contraria al regime sanitario che ha imposto passaporto vaccinale e restrizioni, il Canada, o meglio il suo primo ministro, Justin Trudeau, non ha usato mezze misure ricorrendo lo scorso 14 febbraio all’Emergencies Act, una legge federale (divenuta tale nel 1988) che può essere utilizzata dal governo in caso di emergenza nazionale. Un atto storico per il Canada, in quanto mai prima d’ora era stata utilizzata, che ha fatto scalpore dividendo l’opinione pubblica. Stando a quanto si legge sul sito del governo canadese in merito a tale atto, “un’emergenza nazionale è una situazione urgente, temporanea e critica che mette in serio pericolo la salute e la sicurezza dei canadesi o che minaccia seriamente la capacità del governo canadese di preservare la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale del Canada”.
Per Trudeau i concittadini che protestano hanno rappresentato dunque un’emergenza. Mette i brividi a pensarci bene, perché dimostra come anche in Canada si stia assistendo a una deriva autoritaria del governo senza precedenti. L’invocazione di un’emergenza nazionale a seguito delle proteste dei cittadini può essere letta solamente in quest’ottica, se si comprendono la natura e il significato di democrazia.
L’Emergencies Act è rimasto in vigore fino al 24 febbraio, quanto è bastato per fare sloggiare i pericolosi criminali – che Trudeau ha avuto l’ardire di definire sostenitori di “odio, abuso e razzismo” – dalle strade della capitale Ottawa. Nessun dispiegamento di forze armate, anche se in parte c’è stato, o utilizzo di olio di gomito, se vi state chiedendo come ci è riuscito. Non si sono mai verificati scontri. La polizia ha utilizzato tutti i mezzi leciti e non per dissuadere la gente, compresa la requisizione del carburante ben prima dell’emanazione dell’Emergencies Act, ma ad avere avuto un peso preponderante è stato il congelamento dei conti bancari. Il Canada ha bloccato i conti correnti delle persone coinvolte nelle proteste e di coloro i quali hanno avuto il coraggio di finanziare online la protesta. Ad abundantiam ha sospeso l’assicurazione sui veicoli coinvolti. Da brividi.
Tutto rientrato ora, con diverse provincie canadesi che iniziano a liberarsi degli obblighi di mascherine e vaccini, ma resta l’invocazione storica di un atto che dovrebbe essere utilizzato in occasioni di reali e concrete emergenze nazionali. E vien da riflettere: la pandemia di Covid non è stata dunque considerata emergenza nazionale, mentre le proteste contro le misure autoritarie del governo sì. Resta anche l’utilizzo del congelamento dei conti bancari che chiaramente rappresenta un precedente che potrebbe ripetersi in caso di nuove proteste, oltre che un precedente storico forse mondiale. Che io sappia, mai prima d’ora un governo aveva congelato i conti correnti dei propri cittadini per ragioni legate ad una protesta. Civile. Senza morti, feriti o danni di alcun tipo.
Per mia fortuna, considerato che al momento vivo in Canada, il governo canadese non procede compatto come quello italiano, fatto di partiti che si mettono d’accordo per tenere salda la poltrona. Qui l’opposizione fa davvero l’opposizione e quanto generato da Justin Trudeau ha segnato un vero e proprio solco tra i partiti (sono solo 2, liberale e conservatore), un solco che separa democrazia e autoritarismo. Mi auguro solo che i cittadini canadesi comprendano meglio di quelli italiani. Stesso discorso per gli statunitensi. Per una carovana che viene bloccata, infatti, ne è partita un’altra negli States, ribattezzata “The People’s Convoy”. Come ormai succede in questi casi da due anni, avvenimenti che non trovano il giusto spazio sui media mainstream. E se accade, è solo per minimizzare e screditare.
