Gli studi di Nature e The Lancet che dimostrano inutilità e pericolosità del “vaccino”

Dalla narrativa mainstream continua ad essere esclusa (o manipolata) una porzione di fatti che continua a lasciare la maggior parte delle persone in balia di una mera propaganda, all’oscuro di una realtà che resta però sempre e comunque davanti ai loro occhi. Per fortuna c’è chi insiste e persiste nel raccontare tali fatti. Che vanno detti. Vanno detti per far sì che ne resti memoria. Storia. E “historia magistra vitae”.

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Come fa il prof. Giovanni Frajese, endocrinologo e docente all’Università di Roma “Foro italico”, che alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini anti-Covid riporta alcuni studi scientifici, pubblicati sulle più importanti riviste settoriali al mondo, che riguardano l’efficacia vaccinale e le sue possibili conseguenze mediche.

Sarebbe il caso che questi dati scientifici, oggi come non mai, vengano presi in considerazione da parte delle Istituzioni, e questa commissione di inchiesta venga al più presto messa in atto in maniera tale da renderci un minimo di verità e a seguire un minimo di giustizia dove possibile.

Giovanni Frajese

Il primo studio presentato dal prof. Frajese è quello pubblicato da The Lancet sui limiti della protezione vaccinale con 2 dosi, la quale risulta pari a zero dopo 6 mesi dalla somministrazione, ma soprattutto negativa dopo 8-9 mesi, cioè inferiore alla protezione dei non vaccinati. “Questo è un dato che non si è mai verificato prima nella storia di qualunque vaccino che abbiamo conosciuto prima di questi sieri genici sperimentali mRNA – commenta Frajese -. Questo dato significa che le persone vaccinate si ammalano e si infettano di più di quelle non vaccinate. Già solo questo basterebbe per mandare all’aria tutta la storia che è stata portata avanti”. La storia del green pass, la storia degli obblighi, la storia che se ti vaccini lo fai per gli altri, che se non ti vaccini muori…

Un vaccino che viene studiato per 60 giorni e poi reso obbligatorio è stata una cosa che di scientifico non ha nulla. Ancora mi vengono i brividi, oppure le risate, a seconda del momento, a sentire le persone che dicono “io ho fede” o “credo nella scienza.

Giovanni Frajese

Le conclusioni pubblicate da The Lancet vengono confermate anche da ulteriori studi del The New England Journal of Medicine e da Nature, studi che portano a una domanda: come mai chi si è vaccinato si infetta di più di chi non si è vaccinato? Frajese lo spiega bene: significa che il vaccino è andato ad alterare il sistema immunitario delle persone. Quel sistema naturale del nostro corpo contro virus, batteri, tumori e tutto ciò che può intaccare il nostro organismo. Si tratta di un’alterazione temporanea? Lo scopriremo solo con il passare dei mesi e degli anni. Di sicuro, come dice Frajese, “questo dato va guardato con estrema attenzione per capire se sia stato fatto un danno alle persone che si sono vaccinate”.

L’intervento alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini anti-Covid è concluso da Frajese con un breve accenno a quelli che sono i “danni collaterali”. Secondo lo studio pubblicato da Jama, e risalente ad agosto 2021, è aumentato vertiginosamente il numero di bambini con problemi psicologici o di ansia (stando allo studio, ne soffre oggi 1 su 4). Un problema che come a Frajese sta tanto a cuore anche a me, perché “stiamo creando una generazione di persone che sono impaurite e con problemi di tipo psicologico”. Gli adulti di domani.

Secondo il più recente studio pubblicato su Nature, invece, che potete trovare online nella sezione “report scientifici” (giusto per ribadire di cosa stiamo parlando), in Israele si è assistito a un incremento di oltre il 25% degli accessi al pronto soccorso degli under 40 per infarti e criticità cardiovascolari in concomitanza con la campagna vaccinale. “Il dato è incontrovertibile e pubblicato su Nature, non sono mie opinioni”. Ed è un dato di cui si parla da tanto, come dimostra questo video che riguarda giovani atleti vaccinati collassati o deceduti in campo.

Il dato più pericoloso di tutti, però, e di cui avevo già scritto qualcosa qui, è il seguente: il “vaccino” può trascriversi in modo permanente nel nostro genoma. Sulle linee cellulari di fegato è stato dimostrato. “Qui si tratterebbe di danni – spiega con fermezza Frajese – che non riguardano solamente le persone che sono state vaccinate ma potrebbero essere portati avanti per generazioni. Non so se sono stato chiaro”.

Infine, un altro recente studio di Nature dimostra come i guariti dal Covid-19 sviluppino non solo anticorpi interni ma anche di classe A (IgA), che sono quelli che bloccano il virus nel naso e in bocca prima che entri nel corpo; al contrario, gli inoculati con i “vaccini” sviluppano anticorpi interni (IgC) ma poco o nulla IgA, il che significa che il virus può proliferare nel naso e nella bocca ed essere trasmesso. In parole povere: i guariti da Covid-19 non possono infettare altre persone, i vaccinati sì.

In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l’umile ragionamento di un singolo individuo.

Galileo Galiei

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